Design Formazione progettazione sistemica

Glocal Impact Network,Rifò e Garcon Milano: unire moda e design per formare le donne senegalesi sull’agricoltura idroponica!

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La scorsa primavera, Dopo 2 anni di ricerca, dovevamo partire per il Senegal per mettere a terra il primo grande progetto internazionale della nostra Agriculture Unit. Eravamo nel bel mezzo di un totale re-branding, in grandissimo ritardo e stavamo disegnando tutta la nuova brand identity. Non sapevamo con quali t-shirt brandizzate viaggiare.

Dovendo scegliere le grafiche per le nostre t-shirt scrivemmo a Tatiana Cohendy, fondatrice di Garçon Milano, raccontandole il progetto nacque subito il giusto feeling per iniziare a progettare insieme, così dopo poche settimane eravamo già a casa sua per toccare con le nostre mani tutti i suoi lavori stupendi. Non è stato semplice scegliere i nostri disegni preferiti, ma alla fine è stato quasi naturale scegliere i messaggi più universali in assoluto: GIRLS CAN CHANGE THE WORLD e BOYS CAN BE FEMINISTS dall’Associazione per il Disegno Industriale (ADI).

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Garçon Milano è il brand di moda per bambini che Tatiana ha fondato nel 2018. Obiettivo quello di celebrare la mascolinità in maniera diversa dal solito, creando vestiti per i propri figli incorporando tinte soft e stampe delicate in un universo maschile molto conformistico. Nel 2019, con l’idea di comunicare e sensibilizzare sul messaggio fondamentale degli stereotipi di genere nascono i due poster illustrati “Boys can” e “Girls can”. Due stampe che ricordano a tutti e tutte, grandi e piccoli, che si può, liberamente, scegliere di essere sé stessi, uscendo fuori tradizionali ruoli associati ai propri generi.

 

Oggi, oltre ai poster, il brand crea magliette con messaggi forti, creativi e anticonformisti che circolano grazie ai nostri migliori ambassador: bambini e bambine di tutto il mondo.

 

Ci siamo subito innamorati di questi disegni e dei loro relativi messaggi, che stampando sulle nostre t-shirt abbiamo deciso di far diventare i nostri messaggi, il nostro manifesto, i nostri valori, il futuro di tutti e tutte. Sì, le ragazze possono cambiare il mondo e tutti i ragazzi possono essere femministi, per fare questo però è importante inserire azioni concrete e processi di gender equality in tutti i nostri progetti internazionali.

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Per la t-shirt siamo andati a colpo sicuro chiamando i nostri amici di Rifò, pratesi come noi e tra i migliori nel campo della sostenibilità tessile, Rifò è un brand di moda sostenibile made in Italy che produce abbigliamento rigenerato a partire da vecchi indumenti in cashmere e jeans o da scarti industriali di cotone. Questo processo di trasformazione dei rifiuti in una nuova risorsa si ispira alla tradizione tessile della nostra città, Prato, a cui siamo entrambi molto legati.

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La t-shirt che abbiamo scelto viene prodotta in un raggio di 30 km dal loro ufficio utilizzando un tessuto in jersey rigenerato ma completamente naturale. Il 50% è composto da cotone rigenerato da scarti industriali, mentre l’altro 50% da cotone vergine organico.

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l viaggio in Senegal è durato un mese e poco dopo è arrivata la trasferta in Costa d’Avorio, anche in quel caso abbiamo indossato la t-shirt realizzata da Rifò e Garcon Milano.

 

Si può voler bene a una t-shirt?

 

Pensavamo di no e invece ci siamo accorti di provare un sentimento mai provato prima per un oggetto. Questa non era una t-shirt come le altre, questo era un messaggio per il mondo che abbiamo scelto di portare nei nostri viaggi in Africa. Certo, sopra c’è stampato un messaggio che la maggior parte di noi condivide e apprezza ma possiamo garantirvi che portarlo in alcune zone del mondo non è affatto semplice né scontato e più avanti la testimonianza di Giorgio, nostro direttore dello sviluppo tecnico, lo confermerà.

Tornati dai viaggi molti dei nostri amici e delle nostre amiche hanno iniziato a chiederci se le t-shirt fossero in vendita e come fare per comprarle, onestamente noi non avevamo ancora pensato a questa possibilità. Così dopo una conversazione con Niccolò Cipriani, fondatore di Rifò, e con Tatiana Cohendy abbiamo deciso di organizzare un crowdfunding!

 

I fondi raccolti con l’acquisto delle t-shirt avrebbero permesso a sei donne della comunità di Boulal di accedere a una formazione tecnica sulla nostra tecnologia Agritube e in generale su mondo dell’agricoltura fuori suolo.

 

In questo modo le donne, oltre ad acquisire conoscenza rispetto alla costruzione, alla gestione e alla manutenzione di Agritube, avrebbero appreso le diverse applicazioni, divenendo portatrici di conoscenza all’interno della comunità e potendone successivamente ricavare un reddito per loro stesse e contemporaneamente andando a costituire un team locale per le future progettazioni di Glocal Impact Network nell’area.

Ecco come è nata la campagna “Girls Can Change Agriculture”!

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Questa campagna è piaciuta così tanto che molti amici e amiche ci hanno supportato dal primo momento diventando così ambasciatori e ambasciatrici del progetto. Fra queste Francesca Cavallo, Veronica Benini, Isabella Borrelli, Andrea Bartoli e Florinda Saieva e tutta la comunità Farm Cultural Park, Luca Calvani, Teresa Agovino, Elena Mannocci, Dylan Tripp, Sumaya Abdel Qader e Lavinia Biancalani sono state le prime persone a credere in noi e ci hanno supportati indossando la nostra t-shirt e raccontando il progetto.

 

In poco più di 3 settimane la nostra campagna ha raggiunto il 171% dell’obiettivo.

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Il progetto internazionale è iniziato a metà febbraio, il team di Glocal Impact Network era composto dai miei due soci Giorgio Giorgi e Giacomo Battaini e dall’agronomo Riccardo Pavesi che hanno lavorato per un mese intero in un contesto di reale difficoltà climatica. Boulal è uno dei luoghi più caldi e aridi del Senegal.

 

Insieme ad Arcs – Culture Solidali, i suoi collaboratori e le sue collaboratrici abbiamo lavorato con la comunità di Boulal per costruire due serre capaci di ospitare i nostri impianti idroponici Agritube. In un mese siamo riusciti a fare formazione biologica e tecnica a Fatou Kandji, Aminata Aly Ka, Sadio Ka, Coumba Gningue, Thiédel Sophie Silatie Ka e Khardiata Ka: rappresentanti dei 9 GPF (Groupes de Production Feminine) della comunità rurale di Boulal.

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Insieme a loro abbiamo costruito gli impianti idroponici che in questi giorni stanno producendo le prime insalate.
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Uno degli aspetti più importanti di questo progetto è sicuramente il completo approvvigionamento di materiali locali per costruire gli impianti: lavorare esclusivamente con materiale e manodopera locale è un processo lungo, ma è l’unico modo per riuscire a trasferire conoscenza e realizzare processi e opere sostenibili nel lungo periodo per la comunità locale. In questo ARCS è stato un partner estremamente ricettivo.

 

Come vi accennavo prima non è stato facile lavorare indossando le nostre t-shirt nella comunità locale, allo stesso tempo è stato anche difficile distribuire in dono le t-shirt alle 6 donne che hanno beneficiato della formazione del progetto.

 

Il punto di vista di Giorgio ci aiuta a capire il perché:

 

Abbiamo deciso di far indossare le tshirt solo al team di Glocal impact Network e solo nel perimetro di lavoro perché il contesto in cui il progetto si inseriva richiedeva una certa “delicatezza” nell’affrontare il tema del “femminismo”. Boulal è una comunità rurale che vive prettamente di pastorizia e che, dal nostro punto di vista, risente della vicinanza e l’influenza di Touba, città santa dell’Islam in Senegal. 

 

Parlare apertamente di Femminismo e Parità di Genere è osteggiato dalle istituzioni religiose della comunità che vedono nel trattamento di questi temi un tentativo della “società occidentale” di indebolire la figura dell’uomo. Questo non significa che non si possano mettere in atto azioni e progetti che mirino alla parità di genere, ma quest’ultimi vengono denominati sotto il cappello di “Empowerment Femminile”. Una questione di forma più che di contenuto.

 

Anche durante le riprese per le interviste al mercato cittadino, seppur nessuno a Boulal sappia parlare inglese, abbiamo deciso di non indossare la tshirt per evitare problematiche che già le riprese video in pubblico potevamo portare.”

 

Giorgio Giorgi – Head of Technical Development 

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nserirsi in contesti molto diversi da quello in cui viviamo è sempre complesso. A volte è faticoso accettare limitazioni ma, per contro, è estremamente sfidante ricercare costantemente l’equilibrio nel portare avanti progetti e azioni che da una parte rispettino il contesto esistente e dall’altra mirino a modificare lo status quo.

 

Abbiamo fortemente voluto realizzare questa campagna perché le donne nel mondo hanno meno accesso alle discipline STEM (acronimo inglese utilizzato per indicare le discipline scientifiche e tecnologiche) rispetto agli uomini, e questo è un problema ancora più importante nelle zone del Sud del Mondo dove operiamo.

 

Glocal Impact Network ha l’obiettivo di permettere al maggior numero di giovani donne l’accesso alla conoscenza scientifica per favorire processi di innovazione nelle loro comunità per creare competenze locali in grado di affrontare le sfide contemporanee, tramite soluzioni inclusive, accessibili e sostenibili nel lungo periodo.

 

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Lorenzo E. N. Giorgi, direttore esecutivo di Glocal Impact Network

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